Traversetolo, 13 novembre 2024 -
“A Parma e, in misura minore a Reggio Emilia,- sottolinea Michele Lanzi - beviamo acqua da falde sotterranee sempre più a rischio per la presenza di nitrati, con costi crescenti di attingimento e potabilizzazione. Dobbiamo arrivare ad usare l’acqua bene e per più usi: potabile, irriguo e idroelettrico. Partendo dalla diga di Vetto, progetto che a causa della non volontà degli attuali amministratori della nostra Regione, è stato bloccato sul nascere e che per poterlo far ripartire e concludere l’opera serviranno purtroppo ancora molti anni, in quanto realizzare un invaso in Italia attualmente ha comunque tempi lunghissimi. Senza rinunciarvi possiamo guardare ai bacini che già ci sono: sull’Appennino tra Parma e Reggio Emilia vi sono invasi gestiti da Enel (laghi Paduli, Ballano e Verde i principali), le cui concessioni devono essere rinnovate, dopo anni di rinvii. Questi impianti richiedono interventi di ristrutturazione, connessione di rete, nuove centraline sulla linea, ma potrebbero essere usati per acqua potabile, energia e agricoltura, con un progetto di livello interprovinciale che possa anche coinvolgere i privati. Dimensioni certamente minori della diga di Vetto, ma con un possibile sinergia futura, perché comunque il bacino è quello dell’Enza e il progetto potrebbe rappresentare il primo passo di un sistema idrico ed energetico adeguato alle attuali sfide climatiche ed ambientali.”